Digiland Telegram Group Italia

D-Star * Fusion * DMR * Echolink * IRLP * APRS * Linux

Month: marzo 2018 (Page 2 of 3)

Pulsante Power Off / Reboot per RaspBerry

Reboot – Shutdown, 1 tasto 2 funzioni

Fin dal primo utilizzo ci siamo accorti che il RPi è sprovvisto del pulsante di accensione e spegnimento.

Per quanto riguarda il pulsante di accensione, troverete un altro articolo nel blog che spiega come installarlo. –> Tasto Reset / Power On

Per lo spegnimento, invece, il discorso è un po’ più complesso. Non è consigliabile togliere direttamente l’alimentazione poiché si rischia di corrompere il file system della scheda SD. Per spegnere il RPi in modo corretto bisogna collegarsi tramite VNC (in modalità grafica) o tramite SSH (in riga di comando) e scrivere “sudo shutdown -h now”. Se non si ha la possibilità di accedere in remoto al RPi è un vero problema. La soluzione è quella di creare un tasto fisico con un piccolo script per gestire questa funzione.

Per la parte hardware è necessario un LED e una resistenza da 220 Ω da collegare tra GND e GPIO 27 e un pulsante normale aperto (NO) da collegare tra GND e GPIO 17. Ad ogni modo i GPIO possono essere cambiati a seconda delle nostre esigenze, ma non si deve dimenticare di cambiarli anche nello script.

shut_r_h

La particolarità di questo script è che abbiamo un pulsante con duplice funzione, quella di riavvio (reboot) e quella di spegnimento (shutdown).

Se si preme il pulsante per un tempo inferiore a 3 secondi lo script esegue il riavvio, se invece il pulsante viene premuto per più di 3 secondi lo script esegue lo spegnimento. Il LED ci darà conferma del processo in corso, indicandoci con un solo lampeggio che è stato lanciato il comando di reboot, mentre con tre lampeggi che è stato dato il comando di shutdown.

20170728_000704

Lo script è presente al seguente link

http://ref080.dstargateway.org/file/shut_r_h.zip

Una volta scaricato lo copiamo nella directory /home/pi/ de-comprimiamo il file con

unzip shut_r_h.zip

dopodichè entriamo nel file rc.local con il seguente comando

sudo nano /etc/rc.local

a questo punto scriviamo la seguente stringa sopra l’ultima riga (exit 0) per rendere eseguibile lo script ad ogni accensione

python /home/pi/shut_r_h.py &

73 de IZ8TXC Eugenio

Ancora APRS? Perchè no!

L’ APRS (Automatic Position Reporting System) e’ un vecchio sistema di trasmissione digitale in isofrequenza, si tratta in buona sostanza di essere identificabili e localizzabili su mappe geografiche.

APRS 1

Per molti non e’ un’attivita’ interessante perche’ oggi ci sono sistemi digitali voce che integrano anche queste caratteristiche, ma c’e’ da sapere che DStar, Fusion, DMR ed altri, adoperano i server APRS per reindirizzare chiamate dirette fra Radioamatori.

Forse non tutti sanno che si puo’ mettere in funzione un sistema APRS nella propria postazione radio, a costo zero.

Ci sono diversi programmi che consentono tale attivita’, e in questo articolo saranno condivisi e quindi scaricabili.

Pagina Download

Quello piu’ famoso e’ di certo UiView di Roger Barker G4IDE, oggi attivabile grazie al programma di generazione della password, disponibile in quanto il suo creatore prima di passare a miglior vita ha voluto donarlo a tutti i Radioamatori.

Dopo l’installazione, all’avvio, il programma vi chiedera’ i dati di registrazione, li inserite e il software visualizzera’ la mappa dell’Inghilterra. Col menu’ “Map” sara’ possibile sceglierne una diversa ed in piu’, semplicemente copiando nuove mappe per APRS nella cartella MAPS presente nella directory del software (tipicamente c:/Programmi (x86)/Peak System/UiView), otterrete cartine piu’ dettagliate dei posti che vi interessano.

Inoltre in rete e’ possibile trovare anche la pagina per ottenere il “Validation number” per accedere al server APRS con le proprie credenziali, menu’ “Setup / APRS Server Setup” il numero in foto e’ associato a IW8ELN.

Server APRS Setup

 

I piu’ pigri dovranno semplicemente avviare il programma, configurare la connessione ad un server APRS, impostare i propri dati di stazione, menu’ ” Setup / Station Setup “,

 

Stazione

poi cliccare sul menu’ “Action / Connect To APRS Server” e saranno gia’ online.

I piu’ volenterosi, potranno attivare addirittura una stazione ripetitrice (Digipeater) usando un vecchio RTX (anche portatile), installando un software di emulazione modem AGWPE settandolo per l’uso con scheda audio (magari una di quelle economiche USB)

AGWPE_img

aggiungendo le relative impostazioni nel programma UiView, menu ” Setup / Comms Setup”

CommSetup

 

……. realizzando un semplice cavo audio, si tratta dello schema di principio funzionale da adattare al proprio RTX.

Cavo APRS

…. ed un comando PTT

PTT seriale

Grazie a queste postazioni, sara’ possibile offrire nella propria zona, un sistema di veicolazione internet (iGate) di tutte le stazioni ricevute via radio, rendendole visibili al mondo intero.

Buon divertimento con l’attività Radioamatoriale da IW8ELN Roberto.

 

Doppio modulo D-Star con DV-RPTR in unico Raspberry PI 2

Avendo dato vita tempo fa, con IW9CLF, ad un ripetitore in UHF, IR9BQ B, pensammo di lasciare attivo ugualmente il vecchio modulo VHF utilizzando lo stesso sistema con Raspberry PI 2 che gestiva il modulo B, magari da tenere in connessione con un altro reflector/rete.

Avendo disponibile un’altra DV-RPTR abbiamo quindi abilitato con facilità, dalle configurazioni del software di Jonathan, dstarrepeater e ircddbgateway, il nuovo modulo C per un hotspot in VHF. La cosa sembrava funzionare, ma ben presto si verificavano dei malfunzionamenti: uno dei due moduli si bloccava e necessitava un reboot del sistema!

Inizialmente non ci abbiamo dato molto peso, ma a lungo andare il dover stare sempre a controllare e a riavviare ci ha convinto sempre più di dover andare a fondo al problema ed allora è iniziata una serie interminabile di prove, tentativi, indagini, ipotesi e chi più ne ha più ne metta. Non è stata un’impresa facile, perché ad ogni tentativo occorreva aspettare delle ore e a volte anche dei giorni prima di poter esprimere una valutazione. Abbiamo provato e valutato di tutto: adsl domestica tarocca, conflitti di indirizzamenti vari tra IP e porte usb, possibili rientri di RF, ecc. fin quando non notiamo che a “cadere” è sempre la stessa DV-RPTR.

Proviamo allora a scambiarla fisicamente con l’altra ed effettivamente adesso “cade” l’altro modulo, così siamo arrivati alla conclusione che non si bloccava il software che com’è risaputo non gode della massima stabilità già di suo, ma si interrompeva semplicemente la comunicazione con la DV-RPTR, tant’è che non era più nemmeno necessario un reboot totale, ma semplicemente la chiusura ed il riavvio del dstarrepeater interessato.

A questo punto le nostre indagini si sono concentrate verso questa direzione e da lì a poco la soluzione del problema non si è fatta aspettare. Controllando le versioni del firmware delle due DV-RPTR abbiamo rilevato che in una, quella stabile, era installata la versione 1.10e e nell’altra, la colpevole, la 1.69b. Il suggerimento di un tentativo risolutivo si manifestava da solo, così, dopo appena pochi minuti, giusto il tempo di installare anche nella seconda DV-RPTR la versione 1.10e del firmware, si è data fine a mesi (!) di snervanti indagini: adesso tutti e due i moduli C e B di IR9BQ gestiti da un unico Raspberry funzionano perfettamente senza problemi (riavvii periodici permettendo, ma quella è un’altra storia!).

Per la serie “non si può mai stare tranquilli”, ricordiamocene per un’eventuale altra installazione.

Cordiali 73 a tutti e buona sperimentazione sempre!

Giuseppe IT9HBS

Spiegazione del concetto di guadagno di un’antenna

Mi sono trovato spesso a discutere di antenne ,sia per lavoro che in radio con altri colleghi Radioamatori , che si meravigliavano del fatto che spesso antenne che promettevano un altissimo guadagno funzionavano peggio di altre con guadagno Ø (tipo Dipolo o GP) o del perchè in alcune postazioni ripetitirici preferivo montare dipoli o Jpole invece delle supermega quadruple  5/8 🙂 . Ho sempre consigliato di buttare un occhio ai  diagrammi di radiazione per raffrontarli alle proprie esigenze. Ad esempio un ripetitore posto sulla vetta di una montagna  avrà bisogno di un antenna che abbia un lobo il piu’ omogeneo possibile su 360°  ed un angolo di radiazione non troppo alto , visto che deve irradiare verso valle, se invece è posto sul versante di una montagna a metà quota (vedi postazioni sul Vesuvio) servirà un antenna che irradia su 180° verso valle (tipo dipoli accoppiati), se invece mi trovo in pianura e voglio arrivare lontano installero’ antenne con lobi accentuati verso l’ alto .Ovviamente questi sono solo esempi , spero che il seguente articolo raccolto in rete possa spiegare meglio di me cio’ che ho assimilato in tanti anni di radio ed esperienze tecniche .

Se c’è una cosa che risulta difficile da spiegare in parole semplici anche al più esperto degli ingegneri (in tlc) è cosa si intenda per “guadagno” di un’antenna. Di solito la normativa in materia stabilisce che “L’energia effettivamente irradiata (Effective Radiated Power o ERP) non dovrà superare …” considerando il valore in entrata sull’antenna moltiplicato per il guadagno della stessa. Alla base sembrerebbe esserci   il principio in virtù del quale, dato che si parla di guadagno, che le antenne sarebbero in grado di creare magicamente la potenza al loro interno. Purtroppo non è questo il caso. Esaminando un’antenna, essa è costituita con materiali di base quali oro, argento, rame oppure alluminio. Questi materiali non sono in grado di creare da soli potenza.

Prima di addentrarci in ulteriori spiegazioni   va data la definizione di alcuni termini riguardanti il guadagno di un’antenna:

decibel (dB) : Il guadagno ha un valore positivo, mentre la perdita ha un valore negativo, che è pari a  : 10*log(Pout/Pin)

Guadagno di un’antenna  l’incremento relativo massimo della radiazione, espresso con un valore in dB, sul valore standard di un antenna base, costituita da un dipolo di ½ della lunghezza d’onda, che costituisce il punto di riferimento per misurare tutte le altre antenne. Tale riferimento è conosciuto come 0 dBD (dipolo di riferimento zero decibel). Un’antenna con una potenza irradiata effettiva di due volte quella assorbita avrà perciò un guadagno di 10*log(2/1) = 3dBD.

Attenzione: esiste un secondo riferimento   usato in materia di guadagno di un’antenna che serve semplicemente per attribuire ad un’antenna un guadagno maggiore di quello che in realtà essa realizza. È conosciuto come dBi e rappresenta il guadagno di un’antenna paragonato ad un’ideale antenna isotropica – che irradia ugualmente in tutte le direzioni con una configurazione sferica. Tale antenna non esiste, ma può essere calcolata matematicamente e la differenza tra esso ed una dipolo ½ onda è di 2,14 dB.

Radiation Pattern : è una rappresentazione grafica dell’intensità della radiazione in base all’angolo rispetto alla perpendicolare. Il grafico è di solito circolare, l’intensità indicata dalla distanza dal centro in base all’angolo corrispondente.

Tutti i pattern di radiazione in questa pagina rappresentano la vista laterale di un’antenna montata verticalmente.

Radiation Angle: convenzionalmente si definisce l’apertura del fascio come l’angolo tra due punti (sullo stesso piano) in cui la radiazione dimezza la sua potenza (3dB al di sotto della massima emissione). Un bravo ingegnere è in grado di capire la qualità di un’antenna da questo solo parametro, l’angolo di radiazione ampio oppure stretto.

Copertura : area di spazio circostante individuata dal raggio dal luogo in cui è collocata l’antenna in cui il segnale radio è ad un livello tale da poter essere ricevuto.

Antenne

Prendiamo per cominciare un’antenna dipolo standard da ½ lunghezza d’onda, sospesa in uno spazio vuoto (ignoriamo qualsiasi altra cosa nei dintorni come il punto di montaggio dell’antenna che potrebbe influire su di essa). Il pattern di radiazione di tale antenna è tipicamente “a ciambella” come illustrato nella seguente foto.

Pattern1

Poiché i materiali di cui è costituita l’antenna non possono creare potenza di per sé, l’unica alternativa è di focalizzare l’energia dispersa, come quella ad es. diretta verso il cielo, su di una direzione orizzontale più utile. Come si può vedere nella fotografia sotto, la dispersione dell’energia in direzioni non utili è stata focalizzata al centro, con il risultato di raddoppiare l’energia irradiata lungo il piano richiesto con un guadagno di 3dB.

Pattern2

Questa focalizzazione può essere ulteriormente intensificata in modo tale da ottenere un guadagno da 6dB (4 volte) a 9dB (8 volte). La risultante è mostrate sotto.

Pattern3

Come si è visto il metodo mediante il quale un’antenna deve essere fatta per avere un “guadagno” consiste nel focalizzare la radiazione (ad es. prendendo la ciambella di irradiazione ed appiattendola in una frittella) ottenendo così il risultato di intensificare la radiazione lungo l’asse orizzontale. Antenne con radiazione omni-direzionale e guadagni di oltre 9dB sono poco pratiche a causa del fatto che la focalizzazione è direttamente correlata alla lunghezza dell’antenna (in lunghezze d’onda). C’è, comunque, un ulteriore metodo di focalizzazione, intensificando la radiazione solo in una direzione.

Collocando un apposito riflettore su un lato del dipolo, tutta l’energia che quest’ultimo avrebbe irradiato nella direzione del riflettore stesso, viene ora riflessa dal lato opposto nella direzione del dipolo stesso. In questo modo tutta l’energia irradiata dal dipolo viene indirizzata solamente da un lato dell’emisfero, dando luogo ad un raddoppio di energia in questa zona e ad un guadagno di 3 dB.

Pattern4

Un’ulteriore focalizzazione può essere ottenuta mediante l’uso di “indirizzatori” ed ulteriore più alto guadagno è ottenibile rendendo sempre più piccolo l’angolo di irradiazione, in modo da indirizzare tutta l’energia in un’unica direzione. In questo modo si può ottenere in pratica un guadagno fino a 20 dB. Tuttavia l’angolo effettivo di irradiazione di questo tipo di antenna è piccolo (tipicamente ± 10 gradi).

Pattern5

Con le antenne direzionali, vi è un dato ulteriore da tenere a mente.

Front-Back Ratio : l’elemento utilizzato nella maggior parte delle antenne direzionali è il dipolo con il classico schema di irradiazione a ciambella perpendicolare al suo asse. L’idea , come si è visto, è quella di prendere questo modello di radiazione a ciambella e concentrarla in un fascio davanti alla parte anteriore dell’antenna . Il riflettore è di solito un unico elemento , talvolta una serie di elementi . Anche se parabolico , il riflettore non riuscirà a fermare ogni traccia di energia emessa nella sua direzione. Parte di essa sarà irradiata verso la parte posteriore dello stesso riflettore, riuscendo ad attraversarlo ( o, in caso di ricezione , riuscirà a bypassare il riflettore ed essere intercettata dal dipolo ). Ricordiamo che nello spazio libero il dipolo è di per sé sensibile alla radiazione proveniente dal retro del riflettente   quanto lo è a quella nella direzione anteriore che viene lasciata libera, avendo una naturale tendenza a continuare con il modello di propagazione a ciambella .

Anche una solida lastra di metallo come riflettore non potrà isolare completamente la parte anteriore dalla parte posteriore a causa della ” diffrazione”. A causa delle irregolarità del metallo parte del segnale   riuscirà ad aggirare i margini del riflettore verso la parte posteriore di esso (o nel caso della ricezione da dietro a raggiungere il dipolo).
Il rapporto tra questa differenza fronte-retro è definita in riferimento alla direzione anteriore (voluta) di propagazione dell’antenna ed è usualmente misurata in dB.

Vorrei aggungere un ulteriore esempio:

Ho installato da qualche anno sulla collina dei Camaldoli situata nella citta di Napoli a 450 slm, un ripetitore UHF,  che volevo coprisse bene la citta ,anche in portatile e la provincia in mezzo mobile . L’antenna si trova a circa 8 metri dal suolo. La prima antenna provata è stata la sirio CX70 con 2dBd di guadagnao col seguente Pattern:

Jpole_2.jpg

Funzionava egregiamente in citta , ma qualche amico della provincia di Caserta ricordava il segnale piu forte di un altro ponte situato ai Camaldoli  che montava una X300 . Allora ho deciso di provare  una Sirio SPO -50 con 3dBd di guadagno col seguente diagramma :Coll2.jpg

I segnali in lontananza sono ovviamente aumentati , ma molte zone appena sotto la collina lamentavano notevoli attenuazioni .(Spiegabili dal disegno) .

Visto che il ponte era nato per lavorare prevalentemente in citta ,ovvero in  mezzo ai palazzi, ho deciso quindi di rimontare la piccola e democratica J-pole , voglio inoltre precisare che le due Sirio sono entrambe antenne robuste e cortocircuitate ,quindi meno suscettibili a  fenomeni temporaleschi e scariche elettriche, mentre la nostra cara X300 no.

 

In conclusione:

Le antenne non creano magicamente in qualche modo energia, ma semplicemente focalizzano il segnale in radio frequenza RF irradiato secondo modelli di diffusione più ristretti cosicché si ha l’impressione che ci sia più potenza proveniente dall’antenna nella direzione richiesta. Come si può capire, “guadagno” in un punto costituisce “perdita” in un altro punto. Maggiore è il guadagno di un’antenna, minore l’angolo effettivo di utilizzazione. Questa è la parte che si dimentica, cioè che si sottrae potenza da una direzione, aggiungendola nella direzione desiderata. Immagginate che la potenza sia una torta , possiamo fare 4 fette grosse e le diamo a solo 4 persone , oppure facciamo tante fettine piccole e le diamo a tutti. Questo influisce direttamente sulla scelta dell’antenna per uno specifico uso. Scegliere quindi l’antenna corretta a secondo delle specifiche esigenze.

73 de IK8JHL

Riflettiamo sulle riflessioni …delle onde radio

Un po di anni fa’ ero in QSO a 145.200 MHz con un OM che trasmetteva dalla zona OVEST di Napoli , io dalla zona EST in mezzo la collina del Vomero alta circa 180m (io mi trovo poco piu in basso ). Il Segnale era circa S9 , poi ci siamo dovuti spostare di  frequenza a 145.525 MHz , ma stranamente incominciavo a sentirlo male , segnale oscillante e a volte sembrava fuori frequenza. Abbiamo provato diverse frequenze su alcune addirittura non lo riuscivo piu a sentire . Ritornando sulla 145.200 tutto ok. Cosa succedeva? Lui subito penso’ alla risonanza della antenna , ma ovviamente non poteva essere, la lunghezza d’onda tra le varie frequenze provate aveva pochi millimetri di differenza, quindi avremmo dovuto allungare od accorciare di pochi micron le antenne😱 . Scartata questa ipotesi valutai il QSB , fenomeno conosciuto maggiormente in HF , ovvero piu segnali arrivano riflessi dalla ionosfera (che ha permeabilità variabile) ma con fase variaile , quindi a volte i segnali si sommano , a volte si sottragono fino a sparire del tutto. Ma ritornando al nostro QSO in VHF qui la ionosfera cosa c’entra? Non cè ionosfera a riflettere le onde ma tanti ostacoli , palazzi ,colline , strutture metalliche etc . Ok ma i palazzi e le colline sono fermi cosa fà cambiare la fase ? Esaminiamo il  mio QSO, a 145.200MHz ipotizziamo di avere due onde una diretta che percorre 5Km ed un altra riflessa che ne percorre 10Km, entrambe hanno un intensita di 50uV. La prima percorre 2420 lunghezze d’onda ,la seconda 4840 , quindi trovandosi in fase si sommano e 50uV+50uV da S9 sulla radio. Ora vediamo cosa succede se ci spostiamo a 145.525 la prima onda percorre (arrotondando) 2425,5 la seconda (arrotondando )4851 quindi sono in controfase , le due onde si sottraggono e non ascoltiamo nulla. Ecco spiegato anche l’ effetto fuori frequenza (effetto doppler) .  Nella realtà le riflessioni saranno tante non solo due e quindi potremmo avere diverse variabili . Addirittura a secondo  delle condizioni meteo la diversa permeabilita magnetica del terreno ( baganto , umido , asciutto, presenza di neve  ) potremmo avere dei giorni un segnale perfettemente ricevibile ed un altro nullo o molto variabile.Onda1

73 de IK8JHL Francesco

Test funzionale del nuovo veicolare DMR Dual Band TYT MD-9600

TYT_MD-9600_DM-03E’ un cinese veicolare dual band VHF/UHF analogico e digitale DMR. Personalmente l’ho comprato a scatola chiusa confidando sulla riuscita dei palmari monobanda di cui sono in possesso.
Viene recapitato nel suo involucro originale assieme al microfono con tasti alfanumerici, la staffa per il montaggio in auto, il cavo di alimentazione, il supporto del microfono completo del kit per il suo montaggio, il dischetto con il software di base ed il manuale inglese monolingua (non occorre altro).
Decidendo di acquistarlo, ancor prima di riceverlo, conviene prepararne la configurazione tramite l’apposito software <CPS MD9600 V1.18> scaricabile dalla rete dal sito della TYT:
http://www.tyt888.com/?mod=download
e del tutto simile a quello dei palmari “Retevis rt3” e “MD-380 TYT” .
Esternamente assomiglia allo FTM-100D Yaesu: ha il frontalino, fisso, un poco più squadrato con il display più corto ma più alto rispetto allo Yaesu comunque perfettamente leggibili sono i suoi contenuti.
La sensazione accendendolo ed usandolo è quella di avere a che fare con il fratello maggiore dei palmari summenzionati. Funziona egregiamente. Le misure da me effettuate per quanto riguarda le potenze in Tx sono risultate: in VHF 40W, inferiore di 10 W a quella dichiarata dal costruttore;  in UHF 27W, inferiore di 18W a quella dichiarata dal costruttore; quanto precede alimentando il ricetrans con 13,8V (consigliati dalla TYT) misurati allo spinotto del cavo di alimentazione in prossimità del RTX.
I controlli ricevuti sono buoni e danno tutti la percezione di prevalenza di toni acuti nella modulazione, comunque R5 !
La ricezione dei segnali, almeno nel mio QTH, è buona; la ricezione della modulazione, pur essendo sufficientemente comprensibile, se si vuole, è comunque migliorabile ricorrendo ad un altoparlante ad hoc esterno.
Buono ed intuitivo l’interfacciamento uomo/rtx per quanta riguarda la navigazione nei menu del ricetrans in questione.
Semplice è la sua programmazione se si già programmato uno dei due palmari già citati, o se si entra nella logica e nella struttura della stessa. Vi è da sottolineare che occorre programmare la composizione/contenuto delle singole zone in modo da soddisfare il reale utilizzo delle frequenze contenute in ciascun record, perché a display comparirà una zona per volta divisa nelle due sue componenti: parte a e parte b.
Se occorre si può utilizzare la tastiera del microfono, senza connessione al PC, per memorizzare un canale in tutte le sue componenti: freq. Rx/Tx – tono – nome canale.       A proposito di microfono, la sua tastiera è normalmente illuminata; ho notato che ad apparato spento, se l’alimentatore cui è collegato il RTX è ancora acceso, la tastiera dello stesso rimane accesa.
Per ora chiudo questa mia recensione e rimango, col limite delle mie conoscenze, a disposizione per ulteriori ragguagli.
Buoni collegamenti, 73 da IT9FZC Armando

Server DMR+ Rete Digiland

DMR-MARC SfondoE’ stato attivato in via sperimentale, il nuovo software DMR+ dedicato ai nostri utenti e denominato DMR+ IT-DIGILAND-ITALIA.

E’ stato installato su un server economico perche’ lo scopo è quello di testarne il funzionamento.

Grazie a questo sistema, e’ possibile connettere la rete DMR+ senza la costrizione di traffico non desiderato, in pratica sara’ possibile scegliere su ogni Slot quale TG ascoltare senza la necessita’ di avere ad esempio il traffico mondiale.

Altra possibilita’ sara’ quella di poter connettere i ripetitori ufficiali Motorola e Hytera (cosa impossibile sul XLX113) e magari poi farli arrivare sulla nostra rete.

Per fare cio’, bastera’ solo creare un’interconnessione tra XLX113 Transcode e nostro Server DMR+ e nessuno della rete ufficiale DMR+ potra’ lamentarsene perche’ la sperimentazione resta in casa nostra.

Questo piccolo articolo e’ solo per rendere noto al gruppo la sperimentazione in atto, tutti siete invitati a partecipare.

Link Transcode * D-Star – DMR *

E’ ora possibile connettersi al XLX113 con sistemi DMR basati sul software MMDVM (Linux o Windows).

Il nuovo XLX113 e’ nato proprio al fine di offrire questo servizio agli utenti che avessero la necessita’ di adoperare sistemi DMR senza rinunciare alla possibilita’ di fare QSO con colleghi presenti sulla nostra rete Digiland.

In pratica connettendosi al XLX113 modulo A con un sistema MMDVM, si puo’ parlare in DMR ed essere veicolati verso la nostra rete in modalità D-Star e vice versa.

In generale basta collegarsi con il proprio Hotspot in modalità MMDVM all’ indirizzo

digilandtranscode.homepc.it

porta= 62030

password=passw∅rd   (con lo zero al posto della lettera o)

Una volta fatte le impostazioni per giungere al XLX113, inviate una chiamata privata al 4001, da quel momento in poi parlerete e riceverete sul TG 9, il vostro traffico sara’ veicolato verso il modulo A della nostra rete.

A seguire, un file con le impostazioni da fare per accedere al XLX113.

clicca -> DMR – DStar Transcode XLX113

Il sistema e’ stato integralmente finanziato dai partecipanti del gruppo Digiland Telegram Group Italia che hanno offerto beni materiali, contributi economici, rete internet ed elettrica.

Interlink Rete Digiland Vs Rete BrandMeister TG 22280

Come in molti saprete, da diversi mesi e’ possibile accedere alla nostra rete Digiland non solo con apparecchi e sistemi DStar, ma anche con Hotspot/Repeater e radio DMR.
I due sistemi “dialogano” grazie ad un server realizzato dagli amici del gruppo Digiland e in funzione da ormai alcuni mesi.
Si tratta di un XLX con software Ver. 2.2.2 che ha due unita’ hardware USB ThumpDV che gli consentono di convertire DStar <> DMR e viceversa.
Il server in questione e’ XLX113 digilandtranscode.homepc.it si tratta di un PC reale e non di un Cloud sul quale e’ stato possibile installare l’hardware a supporto della tecnologia transcode.
Negli ultimi giorni, anche grazie alle richieste degli amici del gruppo Digiland, si e’ pensato di creare un’interconnessione al sistema DMR BrandMeister Mondiale al fine di avere un’accesso diretto anche dai repeater e sistemi connessi a quella rete.
Abbiamo avuto dal gruppo CISAR, proprietario del server Italiano DMR BM2223, via libera alla sperimentazione del software/hardware prototipo che e’ stato messo a punto. Il sistema e’ stato realizzato al fine di renderci autonomi nella scelta dei TG e dei server da connettere e quindi anche in caso di disservizio ci sara’ possibile connetterlo ovunque noi desidereremo.
La qualita’ dell’interconnessione e’ eccellente, per il momento il prototipo e’ installato su una rete ADSL base e quindi ho dovuto attivare un buffer che genera una latenza molto pronunciata, ma alcuni nostri amici del gruppo Digiland hanno offerto al sistema ospizio sulla loro rete Fibra.
In questa fase sperimentale il sistema sara’ comunque operativo e controllato “a vista” proprio per evitare disservizi sulla rete Italiana BM2223, appena avra’ superato tutti i test funzionali e sara’ in possesso del nominativo per le sperimentazioni, sara’ ubicato nella nuova postazione Fibra.

Ora passo a descrivere la sua funzionalita’.

Dall’esperienza MMDVM e’ stato possibile capire come un Arduino Due fosse in grado di diventare un valido DSP e quindi assolvere all’oneroso compito dell’elaborazione in tempo reale dei dati voce/testo provenienti dai nostri transceiver digitali.
Questa cosa mi ha portato a pensare che l’Arduino Due avrebbe potuto fare un lavoro simile a quello che fanno le chiavette USB ThumpDV acquistate al prezzo di 280,00€ compreso tasse doganali, per realizzare il server XLX113 transcode.
Partendo quindi da hardware piuttosto economico, ovvero 2 x Arduino Due dal costo totale di circa 25,00€ acquista e un Raspberry pi3 che costa sui 30,00€ acquista, si e’ pensato di avviare per due volte il software MMDVMHost, un po’ come si faceva con DStarRepeater, al fine di gestire le due diverse connessioni DMR BM2223 e XLX113 transcode, per poi interconnetterle elettricamente tra di loro grazie ai due Modem MMDVM Arduino Due.
Realizzando la doppia giusta configurazione di MMDVMHost, e’ stato possibile gestire con un solo Raspberry pi3, i due modem e le due connessioni separate BM2223 e XLX113 transcode.
Lato BM2223 e’ stato usato il nominativo IW8ELN e nella sua dashboard di configurazione e’ stato abilitato il TG 22280 statico, quindi si e’ passati a fare le dovute impostazioni di connessione al BM2223 nel primo software MMDVMHost presente nel Raspberry pi3, tutto semplice.
Si e’ poi passati alla configurazione della seconda connessione DMR verso il XLX113.
Fatte tutte le impostazioni, era evidente come questa seconda connessione pur essendo attiva e visibile col nominativo IW8ELN-B su XLX113, non fosse indirizzata alla porta A ovvero la 4001 del reflector.
Questa situazione non consentiva al sistema di connettersi in modo autonomo ai due sistemi e quindi l’interconnessione non avveniva.
A questo punto ho concentrato le mie attenzioni sul software DMRGateway che funziona un po’ come ircDDBGateway, ovvero realizza multi connessioni con porte di default anche su 4 diversi reflector.
Configurando opportunamente DMRGateway e facendolo puntare verso il secondo software MMDVMHost, ho potuto impostare la connessione verso porta 4001 del XLX113.
Il risultato e’ stato quello di ottenere un sistema auto avvio che svolge la funzione di interconnessione richiesta.

Da queste spiegazioni sono certo che in molti capiranno senza ulteriori info, com’e’ possibile realizzare il sistema, ma per chi avesse bisogno dei dettagli per la configurazione del software e dell’hardware, vi invito a verificare l’uscita a breve del prossimo articolo.

73 de IW8ELN Roberto.

Interlink DMR – XLX Software ed Hardware

IMG_20180209_074412

In questo articolo viene presentato l’hardware e il software adoperato per l’interconnessione DMR – XLX riguardante l’articolo precedente.

Alcuni si chiederanno “a che serve?”, ed e’ giusto, BM e DMR+ gia’ da tempo sono in grado di veicolare in tutta autonomia TG o Reflector della propria rete verso gli XLX Transcode.

Lo scopo del progetto e’ quello di interconnettere in tutta autonomia, qualunque porta del XLX verso qualunque TG o Reflector DMR. Si puo’ persino connettere ad esempio, da un lato XLX dall’altro un certo ID di Repeater o Utente.
Non serve? Forse e’ vero, ma per chi come me’ ama la radio e tutte le sue sfaccettature, prova piacere nel realizzare qualcosa di impensato e condividerlo con chi ha le mie stesse passioni, tra l’altro il sistema puo’ essere usato anche per interconnettere YSF con YSF o REF con REF etc etc.
Spiegato il motivo di questa sperimentazione, passiamo alla realizzazione.

Ho iniziato partendo dalla scelta dei componenti per comporre il sistema:

– Raspberry pi 2 B+ si tratta della versione a singolo core con 1Gb di RAM piu’ che sufficiente perche dovra’ al massimo gestire due slot Up-Down simultanei (non servono grandi server)
– 2 x Arduino Due
– Alimentatore 5V 1A quello per cellulare tanto il consumo totale e’ di soli 0,5A circa
– Cavetteria USB

Per il progetto ho usato i seguenti software:

Raspbian Lite download
MMDVMHost download
DMRGateway download
MMDVM Firmware per Arduino Due download

Si inizia dal download del SO Raspbian e ottenuto il file immagine lo si scrive su una microSD di sufficiente capienza.
Per l’operazione di scrittura su microSD io ho usato Win32DiskImager
Poi si passa al download del MMDVM Firmware.
Per quanto riguarda MMDVMHost e DMRGateway, e’ conveniente scaricarli direttamente dal Raspberry, seguite la procedura di installazione.

Inseriamo la microSD debitamente programmata nel suo slot, a questo punto abbiamo il Raspberry che si avvia in modalita’ terminal (dopo aver confermato il resize della microSD), il sistema ci chiede user e password.
Per chi non e’ pratico di file immagine per Raspberry, rendo noto i dati di accesso di default;

User: pi
PWD: raspberry

Iniziamo con la sequenza di installazione dei software necessari;

sudo su
apt-get update
(procedura veloce)
apt-get upgrade
il sistema vi chiedera’ conferma per gli aggiornamenti da installare, premete Y
(poi c’e’ da attendere……..)

Attenti che di default la tastiera e’ impostata con layout ENG e quindi usate il ” ” del tastierino numerico.

Con questi comandi abbiamo eseguito un aggiornamento del software Raspbian all’ultima release, continuiamo….

apt-get install git git-core
git clone https://github.com/g4klx/MMDVMHost.git
git clone https://github.com/g4klx/DMRGateway.git
cd /home/pi/MMDVMHost
make clean
make
……. attendiamo la fine della procedura
cd /home/pi/DMRGateway
make clean
make
……. attendiamo la fine della procedura
Poi con l’editor nano inseriamo all’interno del file di avvio automatico rc.local

nano /etc/rc.local

le seguenti righe prima della voce exit 0

attenzione che si tratta di singole linee tra “sudo” e “&”, quindi sono tre singole righe ma forse la formattazione che vedete ne rappresenta sei invece di tre.

sudo /home/pi/DMRGateway/DMRGateway /home/pi/DMRGateway/DMRGateway.ini &

sudo /home/pi/MMDVMHost/MMDVMHost /home/pi/MMDVMHost/MMDVM.ini &

sudo /home/pi/MMDVMHost/MMDVMHost /home/pi/MMDVMHost/MMDVMBM.ini &

Salviamo il file con CTRL-X e quindi torniamo al terminal.

Passiamo ora alle impostazioni dei file di configurazione dei software.
creiamo prima una copia del file MMDVM.ini al fine di disporre di due diverse configurazioni per il nostro MMDVMHost
attenzione, stessa nota di prima, singola riga

cp /home/pi/MMDVMHost/MMDVM.ini /home/pi/MMDVMHost/MMDVMBM.ini

Nella directory MMDVMHost risulteranno presenti appunto i due file con estensione .ini Editiamo il primo file .ini al fine di gestire il primo Modem DSP Arduino Due ovvero quello che sara’ usato per la connessione verso il nostro XLX transcode.

nano /home/pi/MMDVMHost/MMDVM.ini

Partendo dal file adatto alla nostra rete e impostato a mio nome, potrete cambiare i parametri di configurazione per adattarli alla vostra rete.
Questi sono i miei parametri;

[General]
Callsign=IW8ELN
Id=2228050
Timeout=180
Duplex=0
# ModeHang=10
RFModeHang=1
NetModeHang=1
Display=None
Daemon=0

[Info]
RXFrequency=435000000
TXFrequency=435000000
Power=0
Latitude=0.0
Longitude=0.0
Height=0
Location=Digiland Italia
Description=Crosslink DMR – DMR
URL=digilanditalia.wordpress.com

[Log]
# Logging levels, 0=No logging
DisplayLevel=1
FileLevel=2
FilePath=/home/pi/MMDVMHost
FileRoot=MMDVM

[CW Id]
Enable=0
Time=10
# Callsign=

[DMR Id Lookup]
File=/home/pi/MMDVMHost/DMRIds.dat
Time=24

[Modem]
Port=/dev/ttyACM0
# Port=\\.\COM3
TXInvert=0
RXInvert=0
PTTInvert=0
TXDelay=0
RXOffset=0
TXOffset=0
DMRDelay=0
RXLevel=50
TXLevel=50
RXDCOffset=0
TXDCOffset=0
RFLevel=100
# CWIdTXLevel=50
# D-StarTXLevel=50
# DMRTXLevel=50
# YSFTXLevel=50
# P25TXLevel=50
RSSIMappingFile=RSSI.dat
Trace=0
Debug=0

[UMP]
Enable=0
# Port=\\.\COM4
Port=/dev/ttyACM1

[D-Star]
Enable=0
Module=C
SelfOnly=0
AckReply=1
AckTime=750
ErrorReply=1
RemoteGateway=0
# ModeHang=10

[DMR]
Enable=1
Beacons=0
BeaconInterval=0
BeaconDuration=0
ColorCode=1
SelfOnly=0
EmbeddedLCOnly=0
DumpTAData=1
# Prefixes=234,235
# Slot1TGWhiteList=
# Slot2TGWhiteList=
CallHang=3
TXHang=4
# ModeHang=10

[System Fusion]
Enable=0
LowDeviation=0
SelfOnly=0
#DSQ=1
RemoteGateway=0
# ModeHang=10

[P25]
Enable=0
NAC=293
SelfOnly=0
OverrideUIDCheck=0
RemoteGateway=0
# ModeHang=10

[D-Star Network]
Enable=0
GatewayAddress=127.0.0.1
GatewayPort=20010
LocalPort=20011
# ModeHang=3
Debug=0

[DMR Network]
Enable=1
Address=127.0.0.1
Port=62033
Jitter=300
Local=62032
Password=PASSWORD
# Options=
Slot1=0
Slot2=1
# ModeHang=3
Debug=0

[System Fusion Network]
Enable=0
LocalAddress=127.0.0.1
LocalPort=3200
GatewayAddress=127.0.0.1
GatewayPort=4200
# ModeHang=3
Debug=0

[P25 Network]
Enable=0
GatewayAddress=127.0.0.1
GatewayPort=42020
LocalPort=32010
# ModeHang=3
Debug=0

[TFT Serial]
# Port=modem
Port=/dev/ttyAMA0
Brightness=50

[HD44780]
Rows=2
Columns=16

# For basic HD44780 displays (4-bit connection)
# rs, strb, d0, d1, d2, d3
Pins=11,10,0,1,2,3

# Device address for I2C
I2CAddress=0x20

# PWM backlight
PWM=0
PWMPin=21
PWMBright=100
PWMDim=16

DisplayClock=1
UTC=0

[Nextion]
# Port=modem
Port=/dev/ttyAMA0
Brightness=50
DisplayClock=1
UTC=0
#Screen Layout: 0=G4KLX 2=ON7LDS
ScreenLayout=2
IdleBrightness=20

[OLED]
Type=3
Brightness=0
Invert=0
Scroll=1

[LCDproc]
Address=localhost
Port=13666
#LocalPort=13667
DimOnIdle=0
DisplayClock=1
UTC=0

Fatto cio’ editeremo il secondo file .ini dedicato alla connessione verso BM2223

nano /home/pi/MMDVMHost/MMDVMBM.ini

Sempre partendo dal file adatto alla nostra rete e impostato a mio nome, potrete cambiare i parametri di configurazione per configurare la vostra rete.
Questi sono i miei parametri;

[General]
Callsign=IW8ELN
Id=2228050
Timeout=180
Duplex=0
# ModeHang=10
RFModeHang=1
NetModeHang=1
Display=None
Daemon=0

[Info]
RXFrequency=435000000
TXFrequency=435000000
Power=0
Latitude=0.0
Longitude=0.0
Height=0
Location=Digiland Italia
Description=CrossLink DMR – DMR
URL=digilanditalia.wordpress.com

[Log]
# Logging levels, 0=No logging
DisplayLevel=1
FileLevel=2
FilePath=/home/pi/MMDVMHost
FileRoot=MMDVMBM

[CW Id]
Enable=0
Time=10
# Callsign=

[DMR Id Lookup]
File=/home/pi/MMDVMHost/DMRIds.dat
Time=24

[Modem]
Port=/dev/ttyACM1
# Port=\\.\COM3
TXInvert=0
RXInvert=0
PTTInvert=0
TXDelay=0
RXOffset=0
TXOffset=0
DMRDelay=0
RXLevel=50
TXLevel=50
RXDCOffset=0
TXDCOffset=0
RFLevel=100
# CWIdTXLevel=50
# D-StarTXLevel=50
# DMRTXLevel=50
# YSFTXLevel=50
# P25TXLevel=50
RSSIMappingFile=RSSI.dat
Trace=0
Debug=0

[UMP]
Enable=0
# Port=\\.\COM4
Port=/dev/ttyACM1

[D-Star]
Enable=0
Module=C
SelfOnly=0
AckReply=1
AckTime=750
ErrorReply=1
RemoteGateway=0
# ModeHang=10

[DMR]
Enable=1
Beacons=0
BeaconInterval=0
BeaconDuration=0
ColorCode=1
SelfOnly=0
EmbeddedLCOnly=0
DumpTAData=1
# Prefixes=234,235
# Slot1TGWhiteList=
# Slot2TGWhiteList=
CallHang=3
TXHang=4
# ModeHang=10

[System Fusion]
Enable=0
LowDeviation=0
SelfOnly=0
#DSQ=1
RemoteGateway=0
# ModeHang=10

[P25]
Enable=0
NAC=293
SelfOnly=0
OverrideUIDCheck=0
RemoteGateway=0
# ModeHang=10

[D-Star Network]
Enable=0
GatewayAddress=127.0.0.1
GatewayPort=20010
LocalPort=20011
# ModeHang=3
Debug=0

[DMR Network]
Enable=1
Address=46.105.29.205
Port=62031
Jitter=300
# Local=62032
Password=passw0rd
# Options=
Slot1=0
Slot2=1
# ModeHang=3
Debug=0

[System Fusion Network]
Enable=0
LocalAddress=127.0.0.1
LocalPort=3200
GatewayAddress=127.0.0.1
GatewayPort=4200
# ModeHang=3
Debug=0

[P25 Network]
Enable=0
GatewayAddress=127.0.0.1
GatewayPort=42020
LocalPort=32010
# ModeHang=3
Debug=0

[TFT Serial]
# Port=modem
Port=/dev/ttyAMA0
Brightness=50

[HD44780]
Rows=2
Columns=16

# For basic HD44780 displays (4-bit connection)
# rs, strb, d0, d1, d2, d3
Pins=11,10,0,1,2,3

# Device address for I2C
I2CAddress=0x20

# PWM backlight
PWM=0
PWMPin=21
PWMBright=100
PWMDim=16

DisplayClock=1
UTC=0

[Nextion]
# Port=modem
Port=/dev/ttyAMA0
Brightness=50
DisplayClock=1
UTC=0
#Screen Layout: 0=G4KLX 2=ON7LDS
ScreenLayout=2
IdleBrightness=20

[OLED]
Type=3
Brightness=0
Invert=0
Scroll=1

[LCDproc]
Address=localhost
Port=13666
#LocalPort=13667
DimOnIdle=0
DisplayClock=1
UTC=0

Terminate le configurazioni dei file necessari all’avvio dei software MMDVMHost, passiamo alla configurazione di DMRGateway.

nano /home/pi/DMRGateway/DMRGateway.ini

Le impostazioni presenti nel mio file .ini, al fine di connettere la porta A 4001 del XLX113 Transcode, sono le seguenti;

[General]
Timeout=10
# RFTimeout=10
# NetTimeout=7
RptAddress=127.0.0.1
RptPort=62032
LocalAddress=127.0.0.1
LocalPort=62033
RuleTrace=0
Daemon=0
Debug=0

[Log]
# Logging levels, 0=No logging
DisplayLevel=1
FileLevel=2
FilePath=.
FileRoot=DMRGateway

[Voice]
Enabled=0
Language=en_GB
Directory=./Audio

[Info]
Enabled=0
RXFrequency=435000000
TXFrequency=435000000
Power=0
Latitude=0.0
Longitude=0.0
Height=0
Location=Digiland
Description=CrossLink DMR – DMR
URL=digilanditalia.wordpress.com

[XLX Network]
Enabled=1
File=/home/pi/DMRGateway/XLXHosts.txt
Port=62030
Password=passw0rd
# ReloadTime=60
# Local=3351
Slot=2
TG=22280
Base=4001
Startup=113
# Relink=10
Debug=2

# BrandMeister
[DMR Network 1]
Enabled=0
Name=BM
Address=44.131.4.1
Port=62031
# Local=3352
# Local cluster
TGRewrite=1,9,1,9,1
# Reflector TG on to slot 2 TG9
TGRewrite=2,9,2,9,1
# Reflector control command slot 2 94000->4000 to 95000->5000
PCRewrite=2,94000,2,4000,1001
# Echo on RF slot 1 TG9990 to network slot 1 9990
TypeRewrite=1,9990,1,9990
SrcRewrite=1,9990,1,9990,1
# Reflector status returns
SrcRewrite=2,4000,2,9,1001
# Pass all of the other private traffic on slot 1 and slot 2
PassAllPC=1
PassAllPC=2
Password=PASSWORD
Location=1
Debug=0

# DMR+
[DMR Network 2]
Enabled=0
Name=DMR+
Address=44.131.4.1
Port=55555
# Local=3352
# Reflector TG on to slot 2 TG8
TGRewrite=2,8,2,9,1
# Echo on slot 2 TG9990
TGRewrite=2,9990,2,9990,1
# Reflector control command slot 2 84000->4000 to 85000->5000
PCRewrite=2,84000,2,4000,1001
# Pass all of the other talk group traffic on slot 1 and slot 2
PassAllTG=1
PassAllTG=2
Password=PASSWORD
Location=0
Debug=0

# Local HBLink network
[DMR Network 3]
Enabled=0
Name=HBLink
Address=44.131.4.2
Port=55555
# Local=3352
# Local area TG on to slot 2 TG11
TGRewrite=2,11,2,11,1
Password=PASSWORD
Location=0
Debug=0

Alcune note a riguardo del file /home/pi/DMRGateway/XLXHosts.txt

Non tutti i reflector sono censiti, nel nostro caso XLX113 non e’ presente in lista e quindi e’ necessario aggiungerlo manualmente all’interno del file.
Se non risulta presente, il programma che e’ indirizzato alla connessione verso XLX, generera’ un errore che indica appunto la mancanza del corrispondente numero di reflector.

A questo punto abbiamo terminato l’installazione e la configurazione dei software necessari al sistema.
Spegniamo il raspberry;

sync
(chiudiamo eventuali file aperti)

shutdown -h now

Attendiamo che il led verde del raspy lampeggi tre volte per poi restare spento a conferma che il sistema e’ realmente chiuso.

Passiamo alla programmazione dei due moduli Arduino Due.
Per maggiore semplicita’ nella fase di programmazione, io ho usato un file immagine per Raspberry che ha gia’ tutto il necessario per programmare in modo corretto i vostri due Arduino due.
Si tratta del file preparato dal gruppo UTAH download
Scaricato il file e poi inserito in una NUOVA microSD usando la procedura gia descritta in precedenza (attenti a non usare la stessa microSD adoperata per realizzare il progetto).
Accertatevi di aver correttamente spento il Raspberry, togliete l’alimentazione e sostituite la microSD con quella appena creata avente il software UTAH.
Collegate mouse, tastiera, monitor e una delle due schede Arduino Due al Raspberry.
Date alimentazione e attendete la procedura di resize della microSD per poi vedere avviato il desktop UTAH.

A questo punto sul vostro PC Windows aprite il file MMDVM-master.zip ed estraete il contenuto.
Vi ritroverete una cartella che si chiama MMDVM-master che all’interno contiene i file necessari alla programmazione dei vostri Arduino Due.
Importante : Rinominate la cartella MMDVM-master in MMDVM (senza il -master)
Copiate la cartella MMDVM su una chiavetta USB e poi inseritela nel Raspberry.
Nella lista programmi del software UTAH, troverete “Arduino IDE”, lanciatelo.

IMG_20180209_101142
Nelle impostazioni del programma troverete i settaggi per il tipo di scheda Arduino da programmare, selezionate “/dev/ttyACM0 (Arduino Due (Programming Port))” state attenti che Arduino Due ha due porte USB, quella da utilizzare e la porta piu’ vicina al connettore di alimentazione ausiliaria.

IMG_20180209_101455Verificate se tutto e’ corretto e sempre da Arduino IDE, aprite l’unico file .ino presente all’interno della directory MMDVM posto nella chiavetta USB.

IMG_20180209_101511
Dopo aver aperto il file di programmazione, e’ necessario impostare alcune opzioni nella sezione “Config.h”,

IMG_20180209_101630

IMG_20180209_101644

IMG_20180209_101659

IMG_20180209_101707per semplicita’ vi allego i settaggi usati per i miei Arduino Due, vi basta copiarli.

/*
* Copyright (C) 2015,2016,2017 by Jonathan Naylor G4KLX
*
* This program is free software; you can redistribute it and/or modify
* it under the terms of the GNU General Public License as published by
* the Free Software Foundation; either version 2 of the License, or
* (at your option) any later version.
*
* This program is distributed in the hope that it will be useful,
* but WITHOUT ANY WARRANTY; without even the implied warranty of
* MERCHANTABILITY or FITNESS FOR A PARTICULAR PURPOSE. See the
* GNU General Public License for more details.
*
* You should have received a copy of the GNU General Public License
* along with this program; if not, write to the Free Software
* Foundation, Inc., 675 Mass Ave, Cambridge, MA 02139, USA.
*/
#if !defined(CONFIG_H)
#define CONFIG_H
// Allow for the use of high quality external clock oscillators
// The number is the frequency of the oscillator in Hertz.
//
// The frequency of the TCXO must be an integer multiple of 48000.
// Frequencies such as 12.0 Mhz (48000 * 250) and 14.4 Mhz (48000 * 300) are suitable.
// Frequencies such as 10.0 Mhz (48000 * 208.333) or 20 Mhz (48000 * 416.666) are not suitable.
//
// For 12 MHz
// #define EXTERNAL_OSC 12000000
// For 12.288 MHz
// #define EXTERNAL_OSC 12288000
// For 14.4 MHz
// #define EXTERNAL_OSC 14400000
// For 19.2 MHz
// #define EXTERNAL_OSC 19200000
// Allow the use of the COS line to lockout the modem
// #define USE_COS_AS_LOCKOUT
// Use pins to output the current mode
// #define ARDUINO_MODE_PINS
// For the original Arduino Due pin layout
// #define ARDUINO_DUE_PAPA
// For the ZUM V1.0 and V1.0.1 boards pin layout
// #define ARDUINO_DUE_ZUM_V10
// For the SQ6POG board
// #define STM32F1_POG
// For the SP8NTH board
#define ARDUINO_DUE_NTH
// For ST Nucleo-64 STM32F446RE board
// #define STM32F4_NUCLEO_MORPHO_HEADER
// #define STM32F4_NUCLEO_ARDUINO_HEADER
// Use separate mode pins to switch external filters/bandwidth for example
// #define STM32F4_NUCLEO_MODE_PINS
// Pass RSSI information to the host
// #define SEND_RSSI_DATA
// Use the modem as a serial repeater for Nextion displays
// #define SERIAL_REPEATER
#endif

Si tratta tutto sommato di disattivare tutte le opzioni e impostare il Modem come “ARDUINO_DUE_NTH”

Ora vi basta cliccare sul tasto “Upload” e attendere che la programmazione termini.
Ripetete la procedura per il secondo Arduino Due, vi bastera’ sostituire quello appena programmato con l’altro a vostra disposizione e cliccare semplicemente su “Upload”.

Se tutto e’ andato bene, potrete chiudere UTAH facendo Shutdown dal software e quindi togliete l’alimentazione e sostituite la scheda microSD UTAH con quella precedentemente programmata.

Collegate i due Arduino Due, la tastiera, il monitor e la rete LAN al Raspberry, e avviate.
Se tutto e’ andato bene, dopo qualche minuto, vedrete scorrere delle scritte sul monitor che segnalano che i programmi sono avviati. A conferma della funzionalita’, vedrete i LED RX e TX dei due Arduino Due lampeggiare velocemente.
Ora vi resta solo da connettere tra di loro i due Modem DSP Arduino.

IMG_20180209_074432IMG_20180209_074442IMG_20180209_074451

Ecco le connessioni:

Arduino n° 1 PIN A0 > Arduino n° 2 PIN DAC0
Arduino n° 1 PIN DAC0 > Arduino n° 2 PIN A0
Arduino n° 1 PIN A8 > Arduino n° 2 PIN A11
Arduino n° 1 PIN A11 > Arduino n° 2 PIN A8

Si tratta di una configurazione classica in uso su tutti i ripetitori Crossband
RX > TX
TX > RX
SQL > PTT
PTT > SQL

ma qui non ci sono le radio.

Il sistema si presta a innumerevoli modifiche, le mie impostazioni sono fatte in base ai miei test funzionali e necessita’ personali, se vi fara’ piacere condividete le vostre, sara’ mia cura aggiungerle all’articolo e pubblicarle a vostro nome.

P.S. Ho testato la procedura di installazione anche su Raspberry pi 3 e vi confermo che funziona senza alcun problema.

Buon divertimento!

73 de IW8ELN Roberto.

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